“(…) VOGLIO PARLARE A TE, ANIMA MIA CHE SEI CONGIUNTA NON A UOMO MA A DIO CON OFFERTA DI CARITÀ CHE EGLI HA ACCOLTA.
IO VOGLIO PARLARE ALLE ANIME TUE SORELLE NELL’AMORE TOTALE PER ME.
QUANDO LA SPOSA LASCIA DUNQUE LA CASA PATERNA E DIVIENE MOGLIE DI COLUI CHE L’AMA, SALE AD UN GRADO DI AMORE PIÙ GRANDE.
NON SONO PIÙ DUE CHE SI AMANO. SONO UNO CHE SI AMA NEL SUO DOPPIO.
L’UNO AMA SÉ RIFLESSO NELL’ALTRO, POICHÉ L’AMORE LI STRINGE IN UN NODO COSÌ STRETTO CHE LA GIOIA ANNULLA LA PERSONALITÀ E I DUE SINGOLI GODONO DI UNA UNICA GIOIA.
CORRISPONDONO AI DUE PRIMI PERIODI DEGLI SPONSALI MISTICI.
PRIMA SIETE AMATE E VI AFFEZIONATE AL DIO CHE VI AMA.
POI PENETRATE IN UN PIÙ ALTO AMORE E GIOITE DELLE SUE GIOIE CHE DIVENGONO VOSTRE GIOIE.
MA NON È LA PERFEZIONE DELLA SPOSA, QUESTA.
GIÀ TE L’HO DETTO (Quaderni 13 febbraio e 11 ottobre 1943) E ORA TE LO RIPETO PER RISPONDERE AL TUO PERCHÉ. “PERCHÉ ORA NON HAI PIÙ QUELLE PAROLE DI COSÌ SICURA PACE, DI COSÌ AFFERMATIVA PROMESSA CHE TU MI AVRESTI RISPARMIATO CERTI DOLORI?” HAI DETTO POCO FA RILEGGENDO LE PAGINE D’OTTOBRE.
O MARIA! PERCHÉ! PERCHÉ TI HO PORTATA PIÙ IN ALTO.
GLI UOMINI MI FANNO ACCUSA DI RIPETERMI NEL MIO DIRE.
MA SE DEVO RIPETERMI CON TE CHE SEI TUTTA TESA AD ASCOLTARMI E MI SEMBRI UN UCCELLINO DI NIDO A BOCCA SPALANCATA PER ATTENDERE IL CIBO CHE IL PADRE GLI PORGE IL TUO CIBO CHE È LA MIA PAROLA COME NON DEVO RIPETERMI QUANDO PARLO PER CHI NON MI STA ATTENTO?
UNA, DUE, CENTO, MILLE VOLTE DEVO RIDIRE LE STESSE VERITÀ PER OTTENERE CHE UN MINUZZOLO DI ESSE PENETRI NEL LORO CUORE E VI SUSCITI UNA LUCE.
CHÉ SE POI TALE LUCE SI SPEGNE NON È MIA LA COLPA, NÉ POSSONO ACCUSARMI DELLA LORO CECITÀ.
ORA IO TI DICO.
QUANDO È PASSATO IL PERIODO ENTUSIASMANTE DELL’AMORE, QUESTO SI MATURA IN UNA VIRILITÀ DIGNITOSA, E DELL’UOMO E DELLA DONNA, DIANZI NULLA PIÙ CHE DUE ABITANTI DELLA TERRA, E POI DIVENUTI UNA CARNE SOLA, FA UN PADRE ED UNA MADRE CHE SI AMANO SU UNA CUNA E SI GUARDANO DICENDO, DICENDO COME DISSE DIO CREATORE RIMIRANDO L’UOMO PENSATE, O GENITORI, LA VOSTRA POTENZA: “ABBIAMO FATTO UNA CREATURA CHE È ETERNA, CHE È DEI CIELI, DI DIO”.
TALE È IL DESTINO DELL’UOMO E, SE IL SUO MALVOLERE NON LO TRAVIA, TALE È LA SUA MÈTA GLORIOSA. MA GIUNTI A QUESTA PERFETTA UNIONE, NON DIVIENE LA SPOSA ANCHE MADRE, SORELLA E AMICA DEL CONSORTE?
OH! DOLCE CONFORTO PER L’UOMO QUELLA DONNA CHE LO SA AMARE CON TALE PERFEZIONE CHE EGLI POSSA VERSARE IN ESSA TUTTI I SUOI PENSIERI ED ESSER SICURO CHE SONO COMPRESI E CONSOLATI!
OH! BENEDETTA QUELLA CASA DOVE LA SANTITÀ DEL SACRAMENTO VIVE NEL VERO SENSO DELLA PAROLA E PRODUCE UNA INESAUSTA FIORITURA DI ATTI DI AMORE.
AMORE NON DI CARNE SOLTANTO, MA PIÙ DI SPIRITO.
AMORE CHE DURA E ANZI CRESCE QUANTO PIÙ GLI ANNI E GLI AFFANNI CRESCONO.
AMORE CHE È VERO AMORE. PERCHÉ NON SI LIMITA AD AMARE PER IL GODIMENTO, MA ABBRACCIA LA PENA DEL CONIUGE E LA PORTA SECO LUI PER SOLLEVARLO DEL PESO.
SI AMANO MENO DUE CHE PIANGONO INSIEME DI DUE CHE SI BACIANO E SORRIDONO?
NO, MARIA. SI AMANO DI PIÙ.
L’UOMO MOSTRA DI STIMARE MOLTO LA SUA DONNA SE AD ESSA CONFIDA TUTTO DI SÉ STESSO PER AVERNE CONSIGLIO E CONFORTO.
LA DONNA MOSTRA DI AMARE MOLTO IL SUO UOMO SE SA COMPRENDERLO NEI SUOI PENSIERI E SE VOLONTEROSA LO AIUTA A PORTARE I SUOI AFFANNI.
NON VI SARANNO PIÙ BACI DI FUOCO E PAROLE DI POESIA.
MA VI SARANNO CAREZZE D’ANIMA AD ANIMA E SEGRETE PAROLE CHE SI MORMORANO GLI SPIRITI, DANDOSI L’UN L’ALTRO LA PACE DEL VERO AMORE. DEL VERO MATRIMONIO.
EBBENE, ANIMA MIA. ORA SEI IN QUESTO STADIO.
COL TUO AMORE AL MIO FUSO MI HAI PARTORITO DEI FIGLI. SONO FIGLI CHE MI HAI DATO TUTTI COLORO CHE HANNO CONOSCIUTO ME, O CONOSCIUTO MEGLIO,
ATTRAVERSO IL TUO OPERANTE AMORE. LI CONOSCERAI UN GIORNO E NE GIOIRAI.
ORA CHE IO TI AMO TANTE VOLTE DI PIÙ PER OGNI FIGLIO CHE MI HAI DATO, ORA CHE SO CHE TU MI AMI SINO A VOLERE PRENDERE SU TE LA CROCE DELL’INTERESSE MIO,
PERCHÉ LA GLORIA DEL TUO SIGNORE TI PREME PIÙ DELLA TUA VITA, ECCO CHE IO CON TE AGISCO DA SPOSO SICURO DELLA SPOSA SUA.
NON TI MOSTRO PIÙ UNICAMENTE IL SORRISO, MA ANCHE IL MIO PIANTO.
NON TI CAREZZO PIÙ CON LE ROSE, MA TI STAMPO ROSE DI SANGUE SUL CUORE APPOGGIANDOVI CONTRO LA MIA FRONTE CORONATA DI SPINE;
NON TI BACIO PIÙ CON LE LABBRA INTINTE DI MIELE E VINO, MA CON LA BOCCA AMARA DELL’ACETO E DEL FIELE CHE È STATO IL MIO ULTIMO BEVERAGGIO ED AL QUALE SI È MESCOLATO L’ACRE SAPORE DEL SANGUE CHE SALIVA DAI POLMONI SPEZZATI NELL’ULTIMO RANTOLO.
SE COSÌ TI TRATTO È PERCHÉ TI GIUDICO “DONNA FORTE” NEL SENSO BIBLICO (Proverbi 31,10-31) DELLA PAROLA.
OH! CHE RIPOSO PER ME AVERE DI QUESTI CUORI!
DATELO, VOI GENEROSI CHE SAPETE AMARE, ALL’ETERNO MENDICO CHE VA CHIEDENDO AMORE E NON RICEVE CHE INDIFFERENZA E OFFESE. DAMMELO, MARIA.
E NON TEMERE D’ESSER DISCESA.
SE AVESSI ALI D’ANGELO SALIRESTI SEMPRE MENO RATTA CHE TU NON SALGA CON L’ALI DELL’AMORE GENEROSO.» (…)
Valtorta – quaderni – 21 giugno 1944
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