L’annuncio della morte del Padre - di Cleonice Morcaldi, mistica sponsale di San Pio da Pietralcina
Verso le tre del mattino sento squillare il telefono. Mi precipito credendo che
qualche amica mi svegliasse per l’ora della Messa. Era invece mio nipote Mario che mi parlava, senza che io capissi. Tra monosillabi e singhiozzi finalmente riesco a capire: «Il Padre è in paradiso». Sbatto il telefono e... Dio sa quel che mi è successo. Se mi avessero pugnalato il cuore, una goccia di sangue non sarebbe uscita. Sulla terra non
sarò mai capace di descrivere il resto.
Venne subito la mia amica piangendo. Senza perdere tempo volle trascinarmi alconvento. Non vedevo nulla. Tutto era finito. Tutto sparito. Chi mi dette la forza dicamminare verso quel luogo ove non c’era più il mio diletto? Verso quel luogo tantocaro al cuore? Povero addolorato cuore! Ancora adesso cacciava la terribile visione delbabbo esanime! Anche in quella funesta notte si ostinava a non voler credere allacrudele realtà.
Dietro la porta della chiesa, un gruppo di fedeli pregava in attesa dell’ora della
Messa. Andammo dietro al convento nella speranza di entrare per il cancello del
giardino. Tutto chiuso. Chi ci aprirà la porta? Chi ci farà passare, se qui è tutta clausura?
Sostammo su un muro a secco. Tu sola, o Vergine, conoscevi la spada che si era
conficcata nel cuore, e che nessuna mano pietosa rimoveva un po’. È l’ora tua, povero
piccolo cuore, piccolo per sopportare un dolore grande quanto il mare. «E tu darai il
martirio del cuore», mi disse un giorno in cui gli manifestai il desiderio di dare la vita, il
sangue per Gesù. Ci siamo! È l’ora tua, o povero cuore!
Vennero il ragioniere Rotondo e un medico della Casa Sollievo. Con un temperino
aprirono la porta del giardino. Li seguimmo senza profferir parola. Salimmo in punta
di piedi parecchie gradinate, senza sapere dove si andava. L’amore ci spingeva avanti.
Il terrore di essere respinte. Era tutta clausura.
Eravamo già vicino alla verandina, quando un frate ci viene incontro dicendo: «Via,
via le donne, è clausura». Ebbi la forza di dirgli: «Abbi pietà di noi, il Signore l’avrà di
te». Ebbe compassione delle nostre lagrime, ci lasciò andare e scappò via per prudenza.
Fu la Vergine che ci aveva preso per mano per condurci dal babbo deposto per sempre
dalla sua croce. Ed entrammo nella mistica verandina, testimone delle sue agonie.
Vedemmo il diletto disteso e senza vita! Senza guardare i confratelli che gli stavano
seduti intorno, abbracciai e baciai ripetute volte quel volto e gli sussurrai: «Abbi pietà
di me, dammi il tuo spirito, che resti per sempre nel mio». Un frate mi avvicinò la sedia,
ma ecco entrare il guardiano che ci dice: «Uscite, uscite, qui è clausura». Ribaciai quel
freddo volto e uscii.
Si avverò in parte la profezia del Padre:
«E tu alla mia morte verrai, mi bacerai e poi morrai!».
... tratto dal libro "La mia vita vicino a Padre Pio", di Cleonice Morcaldi, mistica sponsale di San Pio da Pietralcina
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