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  • Redazione

SEGRETI ALTI COME IL CIELO

“ . . . Ti voglio dire qualcosa dei monti segreti e alti come il cielo sui quali ben pochi posano il piede.

Eppure gli occhi di Dio si sono

posati su questi monti già allora, quando, al principio di ogni cosa, Egli mise la più forte di tutte le inclinazioni nell’anima umana. Questa inclinazione più forte di tutte non è un impulso, ma è l’amore “forte come la morte” e che molte acque non possono estinguere.

Quando due persone sono congiunte in quell’amore, trovano l’uno per l’altro, infinitamente di più che un compimento di desideri fisici. E’ qualcosa di infinitamente diverso.

Allora “lei” non è una qualsiasi delle donne bisognose di aiuto intorno alla quale “lui” si adopera paternamente; non è neppure solo una madre che lo cura; essa è la compagna e la sorella della sua anima, la persona del tutto concorde.

Entrambi guardano l’uno all’altro con venerazione, e si chinano anche, pieni di sollecitudine e di affetto, verso ogni pena che tocca la persona amata.

Si può dire soltanto: ognuno è il “tu” dell’altro, ognuno sta sopra l’altro come una stella, sta nell’altro come una luce, rappresenta all’altro una lontananza e uno spazio e nel medesimo tempo, una sicura vicinanza. Ricevono l’uno dall’altro una calda, chiara onda di comprensione, la sensazione di “essere a casa”. Come un tranquillo chiarore si estende intorno ad entrambi, una unione, alla quale nessuno prende parte all’infuori di Dio, o piuttosto è Dio stesso che crea quest’unione.

Dei due amanti si potrebbe quasi dire: lui è lei stessa, e lei è lui, è la sua parola intima, nella quale esprime sé e la profondità del suo essere.

Ognuno esiste nell’altro in un modo nuovo.

Ah, come sono povere tutte queste parole!

Con questa unione di anime si arriva alla vetta della comunità umana, al di là di qualsiasi concetto o categoria sociale. Che due persone, le quali si amano così sulla cima e nella profondità, dove tutto è uno, conchiudano una alleanza fra di loro per vivere in uno stato matrimoniale, visibile e benedetto da Cristo, oppure conchiudano un’alleanza senza collegamento esterno e visibile nello spazio e nel tempo, per abbandonarsi vicendevolmente a Cristo e incontrarsi in Lui e solo nel Suo Cuore, non costituisce una differenza sostanziale, è la stessa cosa, perché è una unione in Cristo nei due casi.

Così, io penso, doveva essere il rapporto tra S. Francesco d’Assisi e sorella Chiara; così quello dei Santi in Cielo, dei quali il Salvatore dice che non ci si sposa più, eppure nessuno più di loro è vicino l’uno all’altro.

Certamente un simile amore è molto raro, è un segreto come ogni vero amore, e solo pochi, pochissimi possono intenderlo.


Ma chi lo può capire, capisca!

Dopo tutto è il normale, perché è la perfezione, il tutto, l’assolutamente sensato e conseguente, e anche ciò che vi può essere fra due persone di più felice e di meno transitorio”. (1)


Da una pagina di PETER LIPPERT S.J. in Lettere in un chiostro:

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